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NON PER CASO A PINOCCHIO CRESCE IL NASO

NOTE DI REGIA

Come non poteva catturarmi l'idea di riproporre, a dieci anni dal primo debutto, quel "Pinocchio" che allora ebbe così grande successo, che tanti vogliono rivedere e che noi abbiamo ancora voglia di rappresentare? Quel "Pinocchio" che determinò l'inizio dell'avventura che si chiama "Estravagario Teatro Tenda", una realtà così importante per la città di Verona e la sua vita culturale; quel "Pinocchio" teatrale, con tutto quello che contiene questa meravigliosa favola italiana, di avventura fantastica, di situazioni meravigliose e mutevoli, di invenzioni sceniche e trovate fantastiche sempre cangianti, mai noiose e banali; quel "Pinocchio" che non era e non è una delle tante riletture della storia immaginata da Collodi ma, pur nel rispetto sostanziale della vicenda, si sviluppa in una messa in scena di grande ed originale libertà fantastica e creativa.

Questo, secondo me, al di là dei messaggi che nello spettacolo vi sono e si possono trovare (satira contro l'uso indiscriminato della televisione, polemica contro le guerra, ecc.) rappresenta il vero insegnamento: nel mondo della fantasia, per chi ancora vi sa camminare con leggerezza ed in punta di piedi, è possibile tutto e tutto è ugualmente vero. Pinocchio non muore mai, rinasce in ognuno di noi, sempre vivo e sempre diverso ogni volta che in noi brilla questa gioiosa fiammella.

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Il corpo di questa idea, di questa fantasia è ancora, naturalmente, il testo di Paolo Panizza, sostanzialmente invariato se non per alcuni aggiornamenti ed aggiustamenti, così come invariate sono rimaste le musiche composte dal Maestro Giannantonio Mutto, così capaci di tradurre emozioni e sensazioni.

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Ovviamente, alcuni "aggiornamenti" e cambiamenti sono intervenuti anche nello staff attoriale dell'Estravagario Teatro (sono passati dieci anni), che con grande entusiasmo ha accettato l'idea di questa nuova edizione di uno spettacolo tanto amato come il "Pinocchio": senza di loro, la loro professionalità, la loro perizia tecnica, senza l'umiltà di chi è disposto ogni volta a rinnovarsi ed imparare, "questo" Pinocchio non sarebbe possibile.

Alberto Bronzato

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