IL METODO GRONHOLM
Un colloquio di lavoro congiunto per un posto dirigenziale in una multinazionale. Quattro candidati costretti a superare prove in apparenza poco sensate, in realtà studiate a tavolino in relazione al profilo dei “concorrenti” e un finale sorprendente. La commedia dell’autore catalano Jordi Galceran è un giallo con tinte drammatiche, qualche venatura comica con momenti ad alta tensione che conquisteranno lo spettatore in una storia dove finzione e realtà non sono sempre distinguibili.
In scena Marco Mirandola, Luca Fioravanti, Roberta Zocca e Fausto Tognato, diretti dai registi Ermanno Regattieri e Tiziano Gelmetti.
“Il metodo Gronholm” più che un colloquio collettivo è una vera e propria sfida con prove attitudinali che sfociano spesso e volentieri nel personale per testare le capacità competitive e collaborativa dei pretendenti al posto, le loro idee sul mondo del lavoro e sulle relazioni che intercorrono in un’azienda. Un testo molo attuale che tratta dinamiche diffuse nei sistemi di selezione. Le domande sono molteplici. Quanto può essere crudele un ambiente lavorativo? Fino a che punto possiamo permettere alle aziende di applicare gerarchie ingiuste e sottoporci a prove umilianti, pur di ottenere una posizione socialmente rispettata?
E se rappresentato a teatro, fin dove arriviamo a crederlo verosimile?