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ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI

L’Arlecchino, nel vasto panorama goldoniano, è l’unica opera scritta per divertimento, senza intendimenti professionali e collocabile a metà tra la Commedia dell’Arte e le nuove commedie “di carattere”.
L’allestimento si muove secondo alcune direttrici fondamentali: da un lato ripropone il mondo della Commedia dell’Arte in modo storicamente fondato, in cui la vivacità del ritmo, l’intreccio e la suspence vengono salvaguardati insieme con i lazzi e le situazioni comiche, in un allestimento proprio da teatrino delle marionette, all’interno del quale trovano perfetta collocazione anche le maschere; dall’altro si dà risalto all’evento teatrale in sé, allo spettacolo in quanto tale, in cui la recitazione, la tecnica, le invenzioni, sono struttura portante e quasi primaria rispetto al fatto narrato.

AUTORE

Carlo Goldoni

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REGIA

Alberto Bronzato​

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MUSICHE ORIGINALI

Giannantonio Mutto

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PERSONAGGI E INTERPRETI

Pantalone de Bisognosi - Tiziano Gelmetti
Clarice, sua figlia - Giulia Triberti

Dottore Lombardi - Valeriano Benetti

Silvio, di lui figliolo - Andrea Di Clemente

Federico Rasponi, poi Beatrice - Barbara Maggiolo

Florindo Aretusi - Fiorenzo De Togni

Brighella - Ermanno Regattieri

Smeraldina - Virna Panarotto

Arlecchino - Alberto Bronzato

Un servitore - Enzo Forleo

Un servitore - Renato Baldi

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Scenografie: Graziano Coltri

Fondali Dipinti: Laura Mori

Costumi: Luciana Martini

Luci: Enzo Antolini

Fonico: Debora Lerin

Maschere: G Clanetti - Venezia

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